Translate

sabato 19 settembre 2015

"Pomfret Towers" - Angela Thirkell


Editore ASTORIA 
Pagine 263
Prezzo cartaceo 17,00 EURO
Anno prima edizione 2015
Genere: Narrativa straniera 



Pomfret Towers, la dimora dei conti di Pomfret nel Barsetshire, fu costruita con gran pompa e nessuna attenzione al comfort. Abitata dal vecchio lord Pomfret, burbero e spesso di cattivo umore, e abbandonata da lady Pomfret, che dalla morte del figlio ha deciso di vivere in Italia, è destinata ad andare in eredità a Giles Foster, primo in linea di successione. Le cene che ogni tanto organizza lord Pomfret sono note per la loro rarità e per la loro noia, ed è quindi con un certo stupore che la famiglia Barton, architetto lui, scrittrice di bellissimi libri storici lei, riceve un invito per trascorrere un weekend alle Pomfret Towers indirizzato ai due figli. Inizia così una deliziosa commedia romantica piena non solo di battute fulminanti, ma anche di personaggi spassosi, che si incrociano, si fraintendono, litigano, si corteggiano, si innamorano parlando di lavori nei campi o improbabili performance artistiche.






Pomfret Towers è un’elegante dimora signorile, abitata da lord Pomfret e signora (nei rari casi in cui non soggiorna in Italia o all’estero).
Il conte di Pomfret è un uomo assai inacidito dalla vita, sempre pronto ad esprimere un parere, che non sempre si rivela essere cortese, anzi.
I suoi pranzi sono famosi per la loro boria e tediosità, nonostante questo, gli invitati sono sempre lieti di parteciparvi, pronti ed impazienti di essere contraddetti dal padrone di casa.
Nonostante il suo carattere burbero, lord Pomfret è sempre ben accolto dagli amici del vicinato, che fanno a gara a chi si aggiudica più rimbeccate scortesi da parte dell’arcigno anziano.
E quando quest’ultimo organizza una festa lunga un week-end in onore del ritorno della moglie a Pomfret Towers, nessuno si arrischia a denegare l’invito, nemmeno la timida Alice, spaventata all’idea di dover passare un intero fine settimana in compagnia di sconosciuti, in un dimora estranea, in mezzo ad una festa chiassosa e servita da cameriere che, ne era certa, avrebbero disprezzato le sue camicie da notte.
Fortunatamente, quella festa, non solo non fu così terribile come Alice credeva, ma riuscì anche nel difficile compito di unire persone che probabilmente non avrebbero mai avuto la possibilità di incontrarsi.
Questo, miei cari Lettori, è il classico romanzo inglese, che saprà trasportarvi nell’elegante atmosfera, tardo novecentesca, tipica dei famosi salotti signorili.
Un romanzo fine, dalla narrazione lineare e semplice, leggermente uggiosa, in grado di catapultarvi all’interno della trama, tanto che per un momento, mi ero illusa di essere io stessa uno dei personaggi del libro, intenta ad ascoltare gli sproloqui della signora Rivers, mentre sorseggiavo noiosamente il tè vicino al camino.
Il libro è ricco di personaggi dall’indole diversa. Dalla timida ed insicura Alice, così snervante nel suo essere estremamente schiva; al gentile, allegro e determinato Roddy, ragazzo pieno di premure e niente affatto sciocco.
Un mirabile esempio di romanzo storico, testimone di una società ormai sorpassata, famosa per il suo linguaggio ricercato e per la fermezza con cui si salvavano le apparenze.
Una lettura interessante che finisce esattamente nel momento più opportuno, lasciando ai Lettori un pizzico di curiosità e un velo di tristezza per dover già salutare i nuovi amici appena conosciuti.
Consiglio questa lettura a chi ha amato l’atmosfera nei romanzi della Austen e delle sorelle Bronte, a chi farebbe volentieri un giretto nel salotto di un conte per il tè del pomeriggio, e a chi sa quanto una semplice festa può cambiare il destino di molti.
Assegno con piacere al libro:
3 stelle su 5

Dal libro:

- "(...) com'era possibile che la mamma non capisse che le coetanee erano la cosa più spaventosa che una ragazza potesse essere costretta ad affrontare?"

- "Le madri incapaci di educare ammodo i figli non meritano di averne."

- "(...) pochi lettori fanno caso all'inizio e alla fine di un libro, e se lo fanno di solito trovano un foglio bianco (...)."

2 commenti: