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giovedì 15 maggio 2014

"Il mistero di Rue des Saints-Pères" - Claude Izner


Editore TEA
Pagine 309
Prezzo 9,00 EURO
Anno prima edizione 2007
Genere: Giallo storico 

Parigi, giugno 1889: la città è travolta dalle folle che si accalcano nei padiglioni dell'Esposizione Universale, inseguendo ogni novità: danzatrici di Giava, ananas della Martinica, il rivoluzionario telefono... Tuttavia la vera dominatrice dell'Esposizione è la torre di Monsieur Eiffel, svettante prodigio della tecnica del XIX secolo. I parigini vi salgono, ammirati; oppure spaventati, come la povera Eugènie Patinot, che si è appena seduta su una panchina della terza piattaforma, allorché qualcosa - un'ape? - la punge. In un batter di ciglia, la donna si
accascia a terra, morta. A pochi passi si trova, casualmente, Victor Legris, proprietario della libreria Elzévir, in rue des Saints-Pères. Il giovane libraio non può saperlo, ma la morte misteriosa di Eugènie sta per cambiare la sua vita. Tra inseguimenti a piedi e in carrozza, collezionisti eccentrici e affascinanti pittrici, fini porcellane e stampe cinesi, Victor dovrà trasformarsi - suo malgrado - in detective e chiarire con le sole armi dell'intelligenza il mistero che rischia di scatenare un vero e proprio terremoto nella tranquilla libreria di rue des Saints-Pères.







Attirata dal dipinto di Jean Béraud in copertina e dalla trama interessante, ho acquistato questo piccolo giallo di circa 300 pagine.
Il libro si apre subito con due omicidi, entrambi, apparentemente causati dalla puntura di due api irriverenti.
La storia è ambientata nel 1889, in Francia, a Parigi, nel pieno della quarta Esposizione Universale che vede come protagonista indiscussa la nuova creatura di Gustave Eiffel: l’imponente torre di ferro color bronzo: la Tour Eiffel.
È proprio intorno a questa discussa torre che avvengono una serie di omicidi, tutti attribuiti alla punture di api.
Il protagonista di questo libro è Victor Legris, proprietario di una fiorente libreria che gestisce con l’uomo da lui considerato come un padre: il giapponese Kenji Mori.
Victor si ritrova invischiato negli omicidi quando il suo amico, Marius Bonnet, lo invita a collaborare con il suo nuovo giornale (il Passe-partout) come critico letterario. La richiesta viene fatta proprio nel momento in cui, poco lontano da loro, una donna viene ritrovata morta a causa di una presunta puntura di ape.
Bonnet e il suo team di giornalisti, tra cui spicca la bellissima pittrice Taša dai capelli rossi, si mette all’opera per scovare tutte le informazioni sull’accaduto e per poter mandare in stampa uno speciale del giornale.
Victor all’inizio si distacca completamente da quelle morti misteriose, almeno fino a quando viene alla luce la morte di un altro uomo, sempre attribuita alle punture di api. Victor, infatti, scopre che quell’uomo, prima di morire, aveva avuto un incontro con Kenji e che questi si conoscevano da tempo.
Per discolpare l’amico da eventuali accuse, Victor cerca di fare luce su quelle morti misteriose, ma più si avvicina alla soluzione, più morti si accumulano e finisce per sospettare non solo di Kenji ma anche dell’affascinante Taša di cui si è innamorato follemente.
Tutte quelle misteriose morti sono davvero frutto di una piccola puntura di ape? O è stato Kenji ad uccidere tutte quelle persone?
Se proprio ci tenete a scoprire il colpevole, leggete il libro, io vi dirò solo le mie opinioni!
A mio avviso questo giallo non è stato particolarmente avvincente, anzi il movente alla base di tutto era piuttosto traballante. Poteva calzare a pennello per l’omicidio principale, ma per tutti gli altri è inadatto e poco realistico.
Anche la storia d’amore tra Victor e Taša non convince fino in fondo. Hanno due caratteri molto diversi e l’atteggiamento di uno non si assimila bene con l’atteggiamento dell’altro.
Un punto a favore, invece, è la parte storica che fa da sfondo al libro. Gli accenni storici sono ben narrati, interessanti e rendono più piacevole la lettura. Ho gradito molto anche la postfazione a fine libro, che rivedeva in linee generali l’Esposizione Universale francese nel 1889.
Il libro, per finire, si legge bene, il testo scorre velocemente ma non è una lettura particolarmente entusiasmante. Non ci sono particolari colpi di scena, solo molti omicidi e una simpatica e un po’ folle storia d’amore.
Consiglio di leggere questo libro, se proprio ne avete voglia, per l’ambientazione storica e per la breve ma interessante postfazione. Come giallo non è un gran ché ma potete sempre consolarvi immergendovi nello spirito allegro e inventivo della Francia del 1889!
Termino assegnando al libro:
3 stelle su 5

Ecco alcune frasi dal libro:

- "Questi bianchi sono davvero pazzi, sempre a correre dietro al loro destino! Qualcosa, però, mi dice che questo uomo non sta correndo per niente."

- "Tutto era vero e falso nel contempo; gli eventi potevano dimostrare una cosa e il suo esatto contrario."

- "Il pubblico! Arriva sempre con trent'anni di ritardo! Quando finalmente capirà la rivoluzione artistica degli anni '80, la ricerca pittorica sarà progredita al punto che i pittori celebrati e decantati oggi saranno ormai considerati primitivi!"

- "A due passi dal quartiere in cui si respirava l'opulenza, si aprivano frontiere invisibili di degrado e miseria."

- "La guarigione di ogni male passa attraverso le parole."

- "L'apparenza sta alla realtà come un tramonto sta a un incendio."

3 commenti: